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sabato 23 febbraio 2008

* Vita terrestre 7 - ricordando il mare...

Oggi la caldaia fa i capricci, al momento siamo senza riscaldamento... e io mi consolo ricordando e raccontando una giornata di pesca fortunata.
In genere quando andiamo a vela mettiamo in acqua una traina con un'esca artificiale: dei pesciolini di plastica che somigliano a degli sgombri più o meno grandi, con sotto la pancia e sotto la testa due ami ad ancorotto...
Non siamo per niente esperti di pesca, ancora non abbiamo capito quale sia l'esca più adatta e quando sembra che una funzioni la perdiamo, non stiamo attenti alla velocità di crociera, insomma diciamo che ci affidiamo al Mare e alla sua benevolenza, cercando di ricambiare i suoi doni raccogliendo qui e là buste e pezzi di polistirolo alla deriva aiutandoci col mezzo marinaio. In queste manovre siamo diventati bravissimi, Marco resta al timone e io corro sul passavanti per "arpionare" la preda inquinatrice.
A volte capita di non coglierla al primo colpo e allora se c'è qualcuno che ci osserva da lontano vedrà una barca andare in tondo in mezzo al mare se siamo a motore, o fare continue virate come in una regata con un percorso per pazzi...
Il risultato è che ammucchiamo buste puzzolenti e piene di alghe e animaletti che avevano creduto di trovare un appiglio sicuro nel loro andare per mare.
Questa attività però ci gratifica molto perché sentiamo di fare qualcosa di utile per le creature marine, e per il nostro amatissimo Mare che a volte ci regala un incontro con i delfini, a volte addirittura con le balene, e a volte con un tonnetto o una palamita all'amo...
Ma l'estate scorsa invece, dopo numerosissimi tentativi di pesca infruttuosi, abbiamo capito che il Mare ci aveva riservato un regalo più grosso del solito...
Perdonatemi, ma oggi mi sento un po' come Hemingway nel suo bellissimo racconto "Il vecchio e il mare" dunque parto dall'inizio...
Avevamo passato la notte in rada a Marciana Marina (Isola d'Elba), la sveglia puntata alle 4:00 del mattino per partire, in flottiglia insieme ai nostri amici Luciano e Sonia del Créme Caravelle, alla volta della Sardegna.
Con un'alba magnifica e anche un po' di vento ci siamo messi in cammino, dopo un po' visto che l'andatura era costante abbiamo messo la traina in acqua... lasciata l'Elba alle nostre spalle dopo circa un paio d'ore di navigazione di bolina larga Luciano, con cui eravamo in contatto radio costante, circa mezzo miglio avanti a noi esulta "Abbiamo preso un tonnetto!!"... Noi, nulla.....nemmeno una busta....
Non passa nemmeno mezz'ora che di nuovo "Abbiamo preso un'altro tonnetto....ora ne prendiamo anche uno per voi!!!"... naturalmente censuro il resto dei commenti in vernacolo livornese, anche perché non riuscirei a riportarli fedelmente!...
Intanto il sole era sorto, saranno state circa le 7:00, il vento aveva girato quasi di traverso, e dava buono, per cui facevamo circa 6/7 nodi... una bella andatura al traverso di Pianosa che emergeva dalla foschia lattiginosa del mattino...

Ero appena scesa sottocoperta a fare un teuccio per scaldarci un pochino e mettere qualcosa nello stomaco, sentii Marco che mi chiamava... venni fuori... aveva messo il pilota automatico ed era alla canna da pesca... diceva "...mi sa che abbiamo preso una bustona" e lentamente recuperava la lenza impartendomi ordini "...lasca le vele, andiamo troppo veloce..." ma la Filibusta è una fuoriclasse, anche con le vele mollate continuava ad andare ...non c'era verso di farla rallentare... comunque alla fine abbiamo ridotto un po' l'andatura e la lenza sembrava non pesare più tanto, cosa che convinse ancora di più Marco che si trattasse solo di una busta... e invece quasi sottobordo...vediamo una falce argentea sbalzare fuori dall'acqua "E' enorme!!!" fu il nostro grido in coro... e ancora non avevamo capito cosa fosse, perché un tonno non era, si vedeva dalla livrea... e allora cosa???
io ero fortemente combattuta tra il desiderio di correre sottocoperta a prendere la macchina fotografica e la consapevolezza di non potermi muovere perché dovevo stare lì ad aiutare Marco... ha prevalso il senso del dovere di mozzo!
il Capitano esultante
Con grande fatica Marco ha cominciato a tirare su questo pescione, che non mollava.... ragazzi quant'era bello vederlo a pelo d'acqua, iridescente e fortissimo!..
nella nostra non-pescatorità non avevamo né un raffio né un retino "...come lo tiriamo su sto bestione???? ....prendi il secchio!" seeee il secchio, ci entrava a stento la testa nel secchio...
insomma picchia e mena Marco è riuscito a tirarlo a bordo.... era una magnifica Lampuga di circa 4 kili.... il più bel pesce che ci sia mai capitato di pescare...
Dopo le foto la prima cosa che abbiamo fatto è stato prendere la radio e dire a Luciano "smetti di pescare.... abbiamo provveduto noi per tutti!!!"
La lampuga ci ha dato da mangiare per due giorni, una parte fatta a tranci e scottata sulla piastra, una parte sfilettata per un sughino delizioso, e un paio di tranci regalati a Luciano e Sonia...

la lampuga

grazie Mare

4 commenti:

k ha detto...

Che bello questo racconto di pesca! E che bella lampuga! hihihi, mi viene da ridere a pensare che pure noi, quando raramente qualcosa abbocca all'amo, siamo assolutamente impreparati a tirarlo su. Ma non disperiamo, e confiduamo in una primavera pescosa!
baci

Valeria, Marco e Sara, i Maramei ha detto...

@Katia che piacere rivederti qui! ho fatto le tue tortine di carote e ricotta... slurp!

Serena ha detto...

wow!! Che gran pesca... qui al largo di Genova non abboca niente... quest'estate solo qualche pescetto da frittura e una maledetta tracina che mi ha costretta ad entrare a mille in porto (con tanto di caZziatone) perchè il mio papy stava svenendo dal male causato dalla puntura e dovevo portarlo all'ospedale!
Che brutta pesca quel giorno!

Valeria, Marco e Sara, i Maramei ha detto...

@Sere aiuto che dolore la tracina... però da mangiare è buona eh... immagino che in quell'occasione però a mangiare non ci pensavate neppure...