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domenica 23 agosto 2009

* 19 agosto 2009... Sara


19/08/2009 h 8:50... arriva Sara, 3,380 kg...
Oggi approfitto di un attimo di sosta dalla mia attività semi permanente di "latteria", con la nostra piccola caramella che dorme arrampicata sulla mia spalla sinistra, come una scimmietta affacciata al balcone... la sua posizione preferita, quando non si avventa sulla tetta!
sembra non voglia staccarsi nemmeno un attimo, ma ci hanno detto che è normale: il passaggio "dentro - fuori pancia" va in qualche modo compensato...
qualche altra foto...





ciao a tutti da Sara pappa-cacca-nanna!*
*e Movida mi perdoni per la copia, ma qui ci voleva, e non solo per l'omonimia!

giovedì 13 agosto 2009

* Che succede alle tartarughe in Adriatico?

Già in un'altra occasione vi ho parlato della Fondazione Cetacea e di Marco Affronte, suo responsabile scientifico. Da aprile di quest'anno la Fondazione ha una nuova sede aperta al pubblico con un Ospedale delle Tartarughe. Nel mese di maggio è stato inaugurato "Adria - Centro di Recupero Animali marini e di Divulgazione sull’Adriatico", sempre a ingresso libero.
L'Ospedale delle Tartarughe è stato da subito impegnato in un super lavoro, come racconta Marco nel suo blog: durante l'estate, sulle coste dell’Adriatico settentrionale, le tartarughe spiaggiano spesso, di solito sono carcasse di animali già morti e portati a riva dalle correnti, oppure ogni tanto si tratta di una tartaruga viva ma in difficoltà: viene segnalata, recuperata e ricoverata nel centro di Fondazione Cetacea.
Ma a partire dalla fine di giugno la situazione ha preso una piega drammatica: sono arrivate al centro piccole tartarughe, sempre più numerose, molto debilitate e completamente ricoperte da balani, più comunemente conosciuti come "denti di cane".
I denti di cane sono crostacei, dalla conchiglia chiara e durissima, vivono attaccati a superfici mobili, come le chiglie delle barche e... il guscio delle tartarughe.

E’ una cosa normale trovarne sul guscio delle tartarughe, ma quando queste creature si ammalano si muovono poco, i balani si moltiplicano e si espandono anche alla pelle delle zampe, del collo, del testa, a volte addirittura agli occhi e sulla lingua!


Durante tutto il mese di luglio e fino ad oggi i ricoveri sono aumentati vertiginosamente, mettendo il centro in seria difficoltà anche per problemi di spazio, fino ad arrivare a metterlo "in ginocchio" come sottolinea appunto Marco nel suo ultimo post.


La cura di queste piccole è per fortuna abbastanza semplice e rapida: trascorrono due o tre giorni in acqua dolce, in modo che i balani e gli altri organismi sul corpo muoiano, e pian piano cadano. Nel frattempo seguono una dieta ingrassante a base di pesce e calamari per ritrovare le energie e la forma.
La cosa peggiore è che non si conosce la causa di questo fenomeno: viene descritto come "Sindrome delle Tartarughe debilitate", individuata e studiata già da diversi anni, ma non se conoscono le cause; la comunità scientifica mondiale messa al corrente ha dato sempre la stessa risposta: "il fenomeno è noto ma non si conoscono le cause, le nostre tartarughe erano tutte più grandi delle vostre".

Ora la Fondazione e il suo Ospedale hanno bisogno di aiuto, soprattutto economico.
Chi volesse dargli una mano può andare qui per fare una donazione, ma hanno bisogno anche di persone che abitano a Ravenna, Cervia, Cesenatico, Pesaro, Fano, Senigallia e che siano disponibili, in caso di ritrovamento di tartarughe ad andare sul posto, recuperarle, e portargliele a Riccione, dove hanno la sede.
E' possibile scrivere a Marco Affonte all'indirizzo email:
ambientemare[at]fondazionecetacea.org ([at] sta per chiocciolina).

Per dare una piccola spinta a chi tituba... lo sapete che le tartarughe mangiano, tra le altre cose, le meduse??? (oltre a buste di plastica, probabilmente scambiate appunto per meduse, a tappi ed altri oggetti di plastica, che noi umani imbecilli buttiamo in mare)
...se le tartarughe continuano ad ammalarsi e a morire, le meduse aumenteranno a dismisura!!!

lunedì 3 agosto 2009

* Quanto vale il mare?

Vinco la difficoltà a scrivere per segnalare un'iniziativa di Marevivo, di cui sono venuta a conoscenza grazie a Belva e al suo blog Winnie the blue.
Una campagna di sensibilizzazione contro l'abbandono dei mozziconi di sigaretta sulle spiagge, a mio parere, molto importante e che dovrebbe essere estesa anche alle strade.


Ogni anno migliaia di rifiuti vengono abbandonati sulle spiagge o gettati in mare per distrazione, disinteresse e spesso per l’assoluta inconsapevolezza delle conseguenze che ne possono derivare. Secondo i dati stilati dall’UNEP, Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite, i mozziconi sono una grossa fetta della spazzatura “colposa”, circa il 37% dell’immondizia raccolta nel Mar Mediterraneo. Sono milioni le cicche che in un solo anno vengono abbandonate sulle spiagge con gravi ripercussioni sull’ambiente; basti pensare che un solo mozzicone, con il suo contenuto di catrame e nicotina e il filtro, che impiega da uno a cinque anni per degradarsi, può arrivare ad inquinare un metro cubo d’acqua.

Nasce così “Ma il mare non vale una cicca?”, campagna nazionale contro l’abbandono dei mozziconi in spiaggia promossa in collaborazione con la Japan Tabacco International Italia, il Sindacato Italiano Balneari e patrocinata dalle Capitanerie di Porto della Guardia Costiera.
L’8 e il 9 agosto verranno distribuiti in un centinaio spiagge di tutta Italia, 40mila posacenere portatili, con tanto di brochure informativa. Il tutto, ovviamente, riutilizzabile, lavabile e riciclabile.

"L’obiettivo della campagna è modificare certe abitudini che nascono quasi sempre dall’inconsapevolezza dei danni che provocano – spiega Rosalba Giugni presidente di Marevivo – dobbiamo renderci conto di quanto un solo semplice gesto possa incidere nel delicato equilibrio della natura e di quanto sia importante e stretto il rapporto che lega l’uomo all’ambiente che lo circonda".

E, questo l'aggiungo io, non bisognerebbe abbandonare (né in spiaggia, né in mare, né per strada) nemmeno i fazzoletti di carta! quante volte ho sentito dire "...tanto è cellulosa...", ci mettono almeno 4 settimane a biodegradarsi, per non parlare delle gomme da masticare (minimo 5 anni), che oltre ad attaccarsi sotto le scarpe o, peggio, sui teli di spugna, imbrattano irrimediabilmente le strade...
Ma dico io, che costa il semplice gesto di buttare le cose nei cestini????? o, in mancanza, di aspettare di arrivare a casa e usare la propria pattumiera??