Sulla scia dei post più o meno recenti di
Christina, di
Viviana B., di
Kix (che ho scoperto da poco, ma di cui ho letto tutto!), il "
Caos" oggi si è fatto sentire.
Quella forza che io e il Capitano crediamo governi il mondo, che riporta l'equilibrio, che fa incontrare le persone e succedere le cose proprio in un determinato momento, in modo che ti colpiscano e ti emozionino..., qualcuno la chiama coincidenza, altri destino, noi Caos...
Sto leggendo un libro, oramai introvabile perché non più in catalogo (e te pareva!), "La vita segreta delle Balene", di Roger Payne, il maggior esperto mondiale di cetacei, esploratore e musicista.
Dice Payne che di tutte le notevoli caratteristiche dei cetacei, lui ritiene come la più straordinaria quella di partorire in mare aperto piccoli che respirano aria
La madre fornisce ossigeno e nutre il feto attraverso il sangue, durante tutta la gestazione respira per entrambi, i polmoni e il sistema digerente del piccolo non sono attivi, non hanno aria né cibo al loro interno in modo che questo non abbia il problema di dover compensare la pressione durante le immersioni della madre. Il liquido amniotico dei mammiferi marini è straordinariamente simile all'acqua di mare, hanno la stessa proporzione di sali, è una sorta di imitazione del mare.
Quando una donna "perde le acque", poco prima della nascita del bambino, si ripete la transizione della vita dall'acqua alla terra ferma, passando dal "mare" del liquido amniotico materno all'ambiente asciutto della vita terrestre.
Una scuola di psicologia sostiene che una parte rilevante dell'angoscia umana nasce dal senso di perdita legato all'abbandono del ventre materno. Questa perdita di certo non turba i cetacei, che passano dal liquido amniotico della madre al liquido, simile, del mare, nel quale resteranno per l'intera esistenza.
E allora Payne si chiede...
"...quando un cetaceo si arena sulla spiaggia e muore, non è forse quella una "nascita" fuori dall'acqua? non percepisce forse cosa vuol dire per un bimbo piangere di rabbia per trovarsi all'asciutto fuori dal grembo materno? ..."
e ancora...
"...non sarà che il risentimento che l'uomo nutre verso i suoi simili e il resto dei viventi ha origine nella perdita della sua identità marina? ..."
e dice una cosa che ho trovato molto bella....
"...Ed è questo senso di unione con la vita dell'oceano che pervade le persone quando per la prima volta nuotano di fianco ad una balena, il cuore in gola, e scoprono che invece di ucciderle con un unico colpo di coda queste gigantesche creature le accolgono nella profonda e antica pace del mare?..."
Noi con le balene non abbiamo avuto il piacere di nuotare, né di sentire il loro canto dal vivo (come invece ha fatto Kix) ma le abbiamo incontrate, due volte, l'anno scorso.
Nel diario di bordo della Filibusta annoto ogni incontro che abbiamo con i delfini, perché ogni volta mi sembra un piccolo miracolo, quelli con le balene sono segnati a caratteri cubitali.
Caos come sempre ci mette lo zampino, basta considerare le date:
la prima quella della foto che vedete in questo post, il
10.06, la seconda, un incontro molto più breve, nemmeno il tempo di scendere sotto coperta a prendere la macchina fotografica, ma molto molto più emozionante, esattamente tre mesi dopo il
10.09.
Tornavamo dall'Elba diretti verso Livorno, dopo circa due ore di navigazione Marco mi chiama ..."Pepé, una balena!", seguendo il suo sguardo mi giro verso poppa e a due metri nella scia lasciata dalla Filibusta vedo emergere la sua schiena enorme... pochi secondi, ma vicinissima, poi si è inabissata ed è scomparsa, ma noi avevamo il cuore a 1000!