Domenica scorsa siamo stati sulla spiaggia di Marina di Vecchiano, tra la foce del fiume Serchio e Viareggio.
La stanno pulendo, con le ruspe (!!!!), dall'enorme quantità di legna e bambù portati a mare dai fiumi vicini e poi risputati sulla spiaggia dalle mareggiate.
Purtroppo in mezzo alla massa di rifiuti naturali, oltre agli alberi interi, piuttosto inquietanti da vedere arenati sulla battigia, c'era tanta ma tanta schifezza prodotta dall'uomo: scarpe, scaldabagni, sedie rotte, copertoni con e senza cerchione, bombole del gas, e un immensa varietà di forme e dimensioni di oggetti di plastica.
Questo tristissimo spettacolo non l'ho immortalato, a differenza di Kix che lo ha fatto egregiamente in altri lidi (è proprio il caso di dirlo), potete vedere le sue bellissime foto qui.
Per fortuna c'erano altre cose belle da osservare e cogliere con il "terzo occhio".
Un gruppo di bellissimi cani che si allenavano al salvamento
e numerosi pescatori dediti al giacchio...
un'antica rete da pesca di forma circolare che viene lanciata a mano aiutandosi con una torsione del busto, un gesto che, se fatto a regola d'arte, risulta elegante e bellissimo da ammirare.
Il giacchio, chiamato anche iacco, jacco, sparviero o rezzaglio, si raccoglie con le mani utilizzando una procedura ben precisa che ne favorisce la successiva apertura al momento dell'uso e, una volta raccolta, si lancia in acqua aiutandosi con la torsione del busto. Il peso dei piombi posizionati nel perimetro esterno, fa si che l'estremità della rete cali velocemente in assetto parallelo alla superficie, mentre il centro che non ha pesi aggiuntivi, ma una corda per il recupero, forma il vertice di un grande cono che disorienta il pesce.
Una volta raggiunta la profondità sufficiente, il pescatore recupera la rete per mezzo della corda che ne permettono il restringimento all'estremità inferiore, chiudendo la base del cono e formando un sacco che imprigiona definitivamente il pesce, il quale può essere agevolmente issato a terra o a bordo della barca su cui ci si trova.
Quella col giacchio è un tipo di pesca antichissimo, di cui è documentato l'uso intensivo nelle acque del Lago Trasimeno fino alla fine del 1800, poi l'avvento di altri tipi di rete, più efficaci e meno impegnative fisicamente, ha definitivamente soppiantato questo affascinante strumento che oggi rimane soltanto una fonte di attrazione turistica, infatti è oggetto di una manifestazione con una gara di lancio.
In Italia ora è proibito nelle acque dolci o interne ma è ammesso, per legge, in mare ed è ancora utilizzato con successo nelle vicinanze delle le foci dei fiumi e dei torrenti.
Può avere una maglia e una circonferenza totale di varie dimensioni in relazione alla grandezza dei pesci che si intende pescare.
I giacchi più usati hanno una circonferenza di 14/16 metri, e vi si possono catturare anche cefali e spigole o altri pesci simili di notevoli dimensioni.
I pescatori che domenica erano sulla spiaggia prendevano dei pesciolini adatti alla frittura, che qui chiamano crognoli, probabilmente novellame di latterino, raccogliendoli in retini messi a mezz'acqua come questo qui sotto
usati per tenere i pesciolini vivi e puliti dalla sabbia
Tutte le informazioni storico-tecniche sul giacchio sono tratte dal sito http://www.rezzaglio.com dove, chi fosse interessato, può trovare moltissimo altro ancora.
Per finire tre immagini della legna e del bambù accumulatisi sulla spiaggia
qualcuno col bambù ha anche provato a farci una capanna...
La stanno pulendo, con le ruspe (!!!!), dall'enorme quantità di legna e bambù portati a mare dai fiumi vicini e poi risputati sulla spiaggia dalle mareggiate.
Purtroppo in mezzo alla massa di rifiuti naturali, oltre agli alberi interi, piuttosto inquietanti da vedere arenati sulla battigia, c'era tanta ma tanta schifezza prodotta dall'uomo: scarpe, scaldabagni, sedie rotte, copertoni con e senza cerchione, bombole del gas, e un immensa varietà di forme e dimensioni di oggetti di plastica.
Questo tristissimo spettacolo non l'ho immortalato, a differenza di Kix che lo ha fatto egregiamente in altri lidi (è proprio il caso di dirlo), potete vedere le sue bellissime foto qui.
Per fortuna c'erano altre cose belle da osservare e cogliere con il "terzo occhio".
Un gruppo di bellissimi cani che si allenavano al salvamento
e numerosi pescatori dediti al giacchio...
un'antica rete da pesca di forma circolare che viene lanciata a mano aiutandosi con una torsione del busto, un gesto che, se fatto a regola d'arte, risulta elegante e bellissimo da ammirare.
Il giacchio, chiamato anche iacco, jacco, sparviero o rezzaglio, si raccoglie con le mani utilizzando una procedura ben precisa che ne favorisce la successiva apertura al momento dell'uso e, una volta raccolta, si lancia in acqua aiutandosi con la torsione del busto. Il peso dei piombi posizionati nel perimetro esterno, fa si che l'estremità della rete cali velocemente in assetto parallelo alla superficie, mentre il centro che non ha pesi aggiuntivi, ma una corda per il recupero, forma il vertice di un grande cono che disorienta il pesce.
Una volta raggiunta la profondità sufficiente, il pescatore recupera la rete per mezzo della corda che ne permettono il restringimento all'estremità inferiore, chiudendo la base del cono e formando un sacco che imprigiona definitivamente il pesce, il quale può essere agevolmente issato a terra o a bordo della barca su cui ci si trova.
Quella col giacchio è un tipo di pesca antichissimo, di cui è documentato l'uso intensivo nelle acque del Lago Trasimeno fino alla fine del 1800, poi l'avvento di altri tipi di rete, più efficaci e meno impegnative fisicamente, ha definitivamente soppiantato questo affascinante strumento che oggi rimane soltanto una fonte di attrazione turistica, infatti è oggetto di una manifestazione con una gara di lancio.
In Italia ora è proibito nelle acque dolci o interne ma è ammesso, per legge, in mare ed è ancora utilizzato con successo nelle vicinanze delle le foci dei fiumi e dei torrenti.
Può avere una maglia e una circonferenza totale di varie dimensioni in relazione alla grandezza dei pesci che si intende pescare.
I giacchi più usati hanno una circonferenza di 14/16 metri, e vi si possono catturare anche cefali e spigole o altri pesci simili di notevoli dimensioni.
I pescatori che domenica erano sulla spiaggia prendevano dei pesciolini adatti alla frittura, che qui chiamano crognoli, probabilmente novellame di latterino, raccogliendoli in retini messi a mezz'acqua come questo qui sotto
usati per tenere i pesciolini vivi e puliti dalla sabbia
Tutte le informazioni storico-tecniche sul giacchio sono tratte dal sito http://www.rezzaglio.com dove, chi fosse interessato, può trovare moltissimo altro ancora.
Per finire tre immagini della legna e del bambù accumulatisi sulla spiaggia
qualcuno col bambù ha anche provato a farci una capanna...
12 commenti:
Ciao bellezza!
Che meraviglia il racconto! Che belle le foto! Che cosa stupenderrima rileggerti!!!! :-D
Un abbraccio graaaaaande graaaaaande!
Tutto bello Vale, tranne le persone che hanno lasciato al mare i loro rifiuti...
Splendidi i cani,sarebbe un sogno averne uno, ma prima o poi... (come lo chiamerò? facile: Winnie se maschio, Belva se femmina! :-D)
Interessante la pesca con giacchio :-) Sono andata invece a vedere le foto di kix e del suo gruppo e mi è venuto un nodo alla gola. Non riesco a credere che l'uomo possa ridurre a una tale pattumiera una risorsa così preziosa come il mare... In Liguria una situazione di quel tipo non l'ho mai vista, devo dire, forse perché di spiagge ne abbiamo così poche, che quelli che le gestiscono ci tengono a tenerle in ordine anche d'inverno. Domani cmq vado a farmi una due giorni di mare, e spero di non dovermi smentire...
un abbraccio
k
:D bel racconto e minuziosa lezione sul rezzaglio!
Adoro i cani da salvamento....
Grande Vale!
Un saluto nel giorno dell'inzio della primavera!
Enrico
@ Viviana che accoglienza!!! allora ti mancavo proprio!
@ Belva sulle persone sorvolo, che tanto non ci sono parole sufficienti per esprimersi...
sui nomi che daresti ai cani... daiiii ma non puoi essere così autocelebrativo, e poi alla femmina addirittura il tuo nome!!! non si può... jamm'
@ K su queste spiagge vicino ai fiumi probabilmente arriva anche tutta la schifezza portata giù dalle piene, ma i responsabili restiamo noi umani, sempre.
Il tempo questo weekend sarà bello, un po' freddino, ma bello, speriamo tu trovi anche posti puliti!
@ Kix grazie cara, ma grande tu!!!
@ LFB un saluto anche a te... la primavera inizia con temperature ghiacciate purtroppo, ma l'importante è che inizi... il caldo arriverà!
un saluto di buona primavera, ma quanta roba buttano dentro che inciviltà, bello il gesto della pesca
Grazieeee Vale!!!! grazie mille!!! ti ho inviato con la telepatia una fetta di torta ;-)
baciii
Le schifezze che riesce a produrre l'uomo sono sempre capaci di stupirmi in negativo...
Un abbraccio
E bravi i nostri Filibustieri...bellissime le foto e il resoconto poi....Ma un libro che ne dici Vale? Un abbraccio a tutti e 2 e mezzo....
E certo che mi mancavi proprio!
...Non s'era capito?... :-D
@ Tutti chiedo scusa... sono in estremo ritardo nel rispondervi... lo faccio ora, vale lo stesso?
@ Gunther io le rondini le ho viste, ma la primavera ancora no...
le schifezze che è capace di fare l'uomo (anche verso i suoi simili) sono infinite, purtroppo...
@ Deboraehehe ecco cos'era quella sensazione di infinita bontà e dolcezza che mi è sembrato di sentire! tantissimi auguri ancora!
@ Baol hai perfettamente ragione, quando sembra di aver raggiunto il culmine massimo qualcuno ci smentisce e ci fa capire che c'è sempre un peggio del peggio...
@ Robi Folletto un libro? che tipo di libro mi suggerisci? non mi sento una scrittrice, scrivo di getto... non saprei se qualche editore apprezzerebbe! Ma sono felice del tuo di apprezzamento. :o) baciuzzi
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