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domenica 9 marzo 2008

* Vita terrestre 12 - radici... marinare

papà Gennarì alla barra
Il mio amore per il mare di sicuro ha origini genetiche, sono nata in una città sul mare, l'ho guardato tutte le mattine dalla mia finestra, l'ho vissuto, non 365 giorni all'anno ma quasi, da quando ho visto la luce, ma è frutto anche di una passione trasmessa dai miei genitori.

Di papà ricordo che costruiva modellini di navi, in legno, e che aveva un fucile per la pesca subacquea anche se non gliel' ho mai visto usare.
Da bambini mamma cominciava a portarci al mare, "alla spiaggia" come dicevamo noi, a giugno e smetteva a fine settembre quando ricominciava la scuola. Papà con noi non c'era quasi mai, perché era medico, uno di quelli con una vera passione per la sua professione, che considerava una missione e svolgeva con amore. Dunque, come dicevo, c'era di rado, ma quelle volte che c'era era presente al mille per cento. Mi portava in acqua tenendomi attaccata alla schiena, tutti e due con maschera e boccaglio, a guardare i pesci, e mi spiegava "quello è un cefalo, quella una triglia"...
allora il mare di Salerno era pulitissimo, e si vedeva di tutto, dalle stelle ai cavallucci marini, se scavavi un pochino nella sabbia granulosa trovavi le telline, e sugli scogli c'erano quelle alghe verdi simili a lattuga, che io mi mettevo addosso immaginando di essere una sirena, ignorando che volendo, avrei potuto mangiarle fritte.
i quattro a bordo della Mabru

Negli anni '70, per un paio d'anni consecutivi, durante l'estate, mamma e papà con zio Gaetano e zia Graziella, i cugini/amici, partirono sulla barca a vela di zio Gaetano, la "Mabru" un'Alpa di 10 metri, verso la Grecia e poi verso la Iugoslavia. E so che quelle per loro sono state le vacanze più belle. Un mese intero per mare...Mami e io sulla tuga della Mabru








Verso i 10 anni con loro ci sono andata anche io su quella barca a vela, la mia prima volta!
Ricordo la cena della nostra prima notte a bordo, insalata di pomodori, nel porto di Agropoli, dove sul pelo dell'acqua galleggiava l'enorme fegato di un pesce spada. I cornetti la mattina a colazione, ormeggiati alla banchina di Acciaroli. L'inseguimento di un banco di tonnetti al largo di Maratea. E la mia prima (e unica!) canna da pesca, regalo di papà, una canna di bambù smontabile con cui pescavo "mazzoni" (ghiozzi), se eravamo in porto, e "vope" (boghe) e "perchie" (sciarrani) se eravamo alla fonda in qualche baietta... "pesci fessi"... mi diceva papà prendendomi in giro...con Bruno sulla Mabru
Ricordo anche un bel mal di mare dovuto a una colazione forse un po' pesante e un torcicollo pazzesco che mi aveva bloccato la testa girata di lato mentre mi pettinavo a "capa sotto", e che papà mi fece passare in un secondo con una mossa da perfetto chiropratico: mi tirò il collo come a una gallina, ma me lo sbloccò! Certo che a pensarci ora... a 10 anni già avevo il torcicollo! povera me...
Ma nonostante il torcicollo quella vacanza, e tante altre uscite in barca, su gozzi, motoscafi, barche e barchette hanno alimentato in me la convinzione che vivere il mare era la mia dimensione...
Quante volte sono "fuggita" dalla città verso Punta Licosa, un vero paradiso terrestre, anzi marino, per immergermi in apnea ad ammirare cerniotte e murene, a scoprire i gusci delle cipree lasciati vuoti dai polpi e gli animali più strani, come la bonellia viridis e gli spirografi...
i fondali di Punta Licosa




...o sulla spiaggia di Erchie, il mio "rifugio" preferito, soprattutto durante l'inverno quando, vuota dalla folla, era tutta per me col suo sole splendente.
Nella primavera del 2003 mi sono fatta un regalo: una settimana in barca a vela alle Eolie, tra la fine di aprile e i primi di maggio...

Natura in esplosione... gli ctenofori enormi, il mare quasi deserto perché fuori stagione, i delfini, i globicefali, lo spettacolo del plancton luminescente durante la traversata notturna del rientro verso casa...
quando arrivò il momento di sbarcare mi dissi "come sarebbe bello poter vivere in questo modo...."

La vita semplice e naturale che avevo riassaporato mi aveva lasciato il segno...
un sogno messo lì a maturare, inconsapevolmente... perché allora come potevo immaginare che avrei incontrato il Capitano!
al timone della Filibusta
Quando è successo, due anni dopo, ero pronta e andare a vivere sulla Filibusta è stato un passo naturale...

4 commenti:

annaB-1 ha detto...

Bello Valy. baceti

Valeria, Marco e Sara, i Maramei ha detto...

@Mami sono contenta che ti paccia... l'ho pubblicato anche di là
baciuzzi

Viviana B. ha detto...

Che bello. Le Eolie sono un mio sogno nel cassetto... mai viste se non in tv... ma tanto sognate, soprattutto in stagione "non turistica" come le hai vissute tu.
E che bella la tua ultima riga! Mi conferma sempre più nella convinzione che le cose e le persone arrivano nella nostra vita quando siamo pronte per loro... :)
Ciao!

Valeria, Marco e Sara, i Maramei ha detto...

@Viviana se è così allora DEVI andarci, e assolutamente in primavera... quando ci sono stata nel 2003 era la terza volta che ci tornavo (su 3 volte 2 ci sono stata in barca a vela) e è satat senz'altro la più bella...
Salina è uno spattacolo, Stromboli è magica... le ho viste tutte e ho tanta voglia di tornarci...
prima o poi riusciremo a farlo con la Filibusta...
sicuramente quando saremo pronti
:o)